Una fetta di Esquilino che riprende vita

Dalla moda alla… moda. Dopo diversi anni riprende vita il palazzo umbertino costruito intorno alla fine del 1800 in via dello Statuto, strada adiacente a piazza Vittorio nel rione Esquilino, fondendosi con il nuovo e con il futuro. Si tratta dell'edificio che per oltre settant'anni ha ospitato "Mas", i "Magazzini allo Statuto". Al posto della nota attività, cessata nel 2016, nei giorni passati diversi studenti hanno preso posto nelle nuove aule dell'Accademia di Costume e Moda, fondata proprio a Roma nel 1964 da Rosana Pistolese, storica del costume e della moda oltre che costumista per il teatro, e che ha la sede principale in via della Rondinella, di fronte a Castel Sant'Angelo e a pochi passi da Piazza Navona. Si tratta di un centro d'eccellenza per la formazione di stilisti. «Siamo molto emozionati per tante ragioni diverse. Intanto perché si tratta di Mas, gli ex Magazzini allo Statuto, e c'è una responsabilità oggettiva nel preservare un luogo che è parte integrante del tessuto culturale, creativo, popolare di Roma. L'Accademia che in 60 anni di vita ha avuto altrettanto impatto con questa operazione vuole continuare il racconto di un territorio così rilevante per autenticità, quale è l'Esquilino: storia, cultura, artigianato, internazionalità, economia, bellezza, verità e rispetto sono alcuni degli elementi parte del nostro Dna», ha affermato il presidente dell'accademia Lupo Lanzara.
La scelta ricaduta sulla struttura che ha ospitato Mas si può a tutti gli effetti ritenere epocale prima di tutto per il significato che hanno avuto i Magazzini allo Statuto nella cultura popolare della Capitale in fatto di moda e abbigliamento, e in secondo luogo per tutto il percorso compiuto negli ultimi decenni da quella realtà a lungo a un passo dal baratro ma con infinite proroghe fino all'autunno del 2016, la chiusura definitiva. Mas, uno dei simboli della Roma del dopoguerra, quella del boom economico, prese vita da un progetto dell'imprenditore Enrico Castelnuovo ispirato ai grandi magazzini delle altre città europee. Nel giro di pochi anni i Magazzini allo Statuto diventano un punto di riferimento per moltissime persone, complici anche gli enormi investimenti nel campo della comunicazione e della pubblicità che hanno reso quell'attività commerciale un luogo sulla bocca di tutti. Non è un caso che uno degli elementi di forza di quella enorme realtà, che si estendeva su sei piani, era proprio il marketing rivoluzionario che già negli anni Cinquanta e Sessanta contraddistingueva quella realtà destinata a divenire un punto di incontro tra le classi popolari e quelle più agiate. Mas metteva d'accordo tutti: prezzi alla portata per prodotti di qualità. Ogni piano presentava un'offerta: oltre al vestiario vi era anche un'area per vendita di elettronica, una per gli elettrodomestici e un'altra per i bambini. Ma i decenni d'oro dei Magazzini allo Statuto vedono un tramonto nel corso degli anni '90. Con le abitudini e le mode cambiano anche le esigenze e quel posto tanto ricercato e ambito si trasforma in un covo di trash tanto distante da quel mondo in cui era stato lanciato quanto comunque famoso per l'impatto che aveva nella cultura romana.
Tutti coloro che hanno vissuto l'evoluzione dei Magazzini allo Statuto possono confermare come il "modello Primark" sia in realtà nato a Roma in tempi non sospetti. Nei momenti antecedenti alla chiusura i prezzi erano ancora più stracciati con un fuoritutto a un euro. Bisogna, tuttavia, tenere conto del fatto che quel momento è durato quasi vent'anni: la chiusura, tra proroghe e un pizzico di nostalgia, sembrava potesse effettivamente non arrivare mai. Una proposta concreta di trasformazione di Mas c'è era stata già nel 1999 senza mai essere concretizzata. Pochi anni dopo, tra i vari annunci di vendita presenti su internet, vi era anche l'immobile di Mas: "Vendesi fondo commerciale circa 6000 mq. Via Statuto angolo piazza Vittorio". Già in quel periodo era possibile acquistare capi a prezzi ridotti all'osso. Uno di quei posti in cui entri per comprare ciò che è necessario finendo per acquistare anche ciò che non lo è. Tante le voci che si sono susseguite negli anni sia prima della chiusura che dopo. Si è parlato di un centro commerciale o un'area fast food. Oppure ancora di un'area fitness. Nessuna di quelle voci si è poi concretizzata. Alla fine, dopo diversi anni di chiusura e di voci infondate, a entrare in possesso dell'intero stabile in disuso è stato Azimut Libera Impresa Sgr, il quale affitterà a lungo tempo quelle stanze che una volta ospitavano i Magazzini allo Statuto all'Accademia di costume e moda. Torna così a splendere un luogo storico oramai degradato in una fetta importante per il quartiere Esquilino e per la città, un rione che, a detta del sindaco Roberto Gualtieri durante la presentazione, «vuole imboccare un percorso di rigenerazione e riqualificazione urbana» con il pieno sostegno del Campidoglio.
L'Osservatore Romano - 07/12/2024