Sven-Goran Eriksson: ci lascia un signore del calcio

«Spero che mi ricorderanno come un uomo positivo». Se qualcuno aveva dei dubbi in passato, ora non può che ammetterlo: Sven-Goran Eriksson era un uomo positivo. Il suo messaggio d'addio è forte, diretto e forse difficile da comprendere. Sono le parole di un uomo che, guardandosi allo specchio, riconosce di essere giunto alla fine di un cammino. O al triplice fischio di una partita, per rimanere in tema. Eriksson era un maestro di calcio, e il suo ringraziamento a «allenatori, giocatori e pubblico» dimostra come abbia vissuto a 360 gradi questo sport. Un esempio da seguire, come chi sa cadere e rialzarsi. Il sogno di diventare calciatore, stroncato a 27 anni da un infortunio al ginocchio, non lo ha fatto desistere. Anzi, lo ha spinto a diventare uno dei migliori allenatori in circolazione. Cinquantatré anni nel mondo del calcio, di cui 42 da allenatore. Diverse esperienze in Italia, tra cui Roma, Sampdoria e Lazio, di cui ha scritto la storia. Primo allenatore non britannico a guidare la Nazionale inglese: lo ha fatto dal 2001 al 2006.
Su L'Osservatore Romano l'articolo completo in ricordo di Sven-Goran Eriksson
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-08/quo-192/il-gioco-della-vita.html