Lo schiaffo all’opinione pubblica

Lo scorso 21 giugno sono giunte notizie non molto confortanti dalla Slovacchia. Anzi, per niente confortanti. Il parlamento del Paese guidato da Robert Fico ha infatti deciso di chiudere "La Radio e Televisione della Slovacchia" (Rtvs). Un ente pubblico che verrà rimpiazzato da "La Radio e la Televisione slovacca", una realtà a loro detta "meno critica e più conforme all'attuale politica slovacca". Ma qualcosa suona strano: i media pubblici devono essere conformi alla politica? O magari a una buona informazione, magari quanto più imparziale? Il tema del controllo dell'informazione pubblica, sotto il veto del governo, è quanto mai attuale. Il fatto, inevitabilmente, getta alcune ombre sull'opinione pubblica sfiduciandola. E non è un caso che io abbia chiamato in causa l'opinione pubblica: George Gallup, uno statista (attenzione, non un politologo) definì l'opinione pubblica, per lui ovviamente un rilevamento statistico, come il "polso della democrazia". A questo punto chiamiamo in causa un politologo: Robert Dahl decise di elencare gli elementi che, a suo avviso, costituirebbero un regime democratico. L'ultimo dei quattro punti richiamava a "diverse e alternative fonti di informazione". Non si tratta magari del caso più eclatante tra i paesi dell'Unione Europea, da questo punto di vista, ma di sicuro è un fatto che crea un precedente non di poco rilievo.