La terra è sempre più arida

07.04.2025

Negli ultimi vent'anni l'umidità del suolo terrestre è diminuita di oltre 2.000 gigatonnellate. Questo dato allarmante emerge da uno studio condotto da scienziati dell'Università di Melbourne e della Seoul National University pubblicato sulla rivista «Science» e firmato dai ricercatori Dongryeol Ryu e Ki-Weon Seo. La ricerca evidenzia un fenomeno preoccupante: un «drastico e potenzialmente irreversibile declino della riserva idrica terrestre», una problematica con conseguenze sull'agricoltura, la sicurezza alimentare e l'innalzamento del livello del mare. Quando si parla di "riserva idrica terrestre", non ci si riferisce solo all'umidità del suolo, ma anche alle acque sotterranee e ai corpi idrici superficiali. Questo sistema complesso e interconnesso è fondamentale per il mantenimento degli ecosistemi e per le attività umane, ma è sempre più sotto stress a causa dei cambiamenti climatici e dell'impatto antropico.

Secondo lo studio, il principale responsabile di questa drastica riduzione delle riserve d'acqua è il riscaldamento globale. L'aumento delle temperature ha, infatti, ridotto significativamente la quantità di acqua immagazzinata nel suolo, alterando il ciclo idrologico e contribuendo a cambiamenti che potrebbero rivelarsi irreversibili. Uno degli effetti più evidenti e preoccupanti riguarda l'agricoltura: la perdita d'acqua dal suolo compromette la produttività dei terreni e rende le coltivazioni più vulnerabili a periodi di siccità sempre più frequenti e intensi. Inoltre, lo spostamento dell'acqua dalla terra agli oceani è un fattore determinante per l'innalzamento del livello del mare, una delle principali minacce per le comunità costiere e gli equilibri climatici globali. Per quantificare l'entità di questa perdita d'acqua, i ricercatori hanno fatto un parallelismo con lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia. Analizzando i dati raccolti tra il 2000 e il 2006, gli studiosi hanno scoperto che la diminuzione della riserva idrica terrestre è stata più del doppio rispetto alla quantità di ghiaccio sciolto in Groenlandia nello stesso periodo.

A titolo di riferimento, la calotta glaciale groenlandese ha perso, in quegli anni, una quantità di ghiaccio compresa tra i 150 e i 250 km³ all'anno. Questo confronto dimostra quanto sia grave la perdita di umidità del suolo, un fenomeno meno visibile dello scioglimento dei ghiacciai, ma altrettanto — se non più — impattante. Un altro aspetto evidenziato dallo studio è la ridotta capacità della terra di immagazzinare acqua rispetto al passato. I ricercatori spiegano che, dopo un evento di siccità, il terreno impiega molto più tempo per recuperare i livelli di umidità precedenti. È come se la terra avesse perso la propria elasticità e fosse meno in grado di riassorbire l'acqua piovana o trattenere l'umidità necessaria per il sostentamento della vegetazione. Questo fenomeno è legato a diversi fattori, tra cui l'uso intensivo delle risorse idriche per l'irrigazione agricola. Senza un intervento immediato, la capacità di recupero del suolo potrebbe ridursi ulteriormente, con ripercussioni sempre più gravi sulla sicurezza alimentare e sugli ecosistemi naturali.

Secondo Ryu e Seo, invertire questa tendenza è possibile, ma solo con azioni concrete e immediate. Gli studiosi sottolineano la necessità di: ridurre le emissioni di gas serra per contrastare il cambiamento climatico, principale causa dell'alterazione del ciclo idrico e rivedere l'uso dell'acqua in agricoltura, migliorando le tecniche di irrigazione e riducendo gli sprechi. Attualmente, i ricercatori avvertono che un recupero spontaneo delle riserve idriche è altamente improbabile, almeno in queste condizioni. Qualsiasi miglioramento sarà visibile solo nel lungo termine, poiché gli effetti negativi che osserviamo oggi sono il risultato di decenni di cambiamenti progressivi. Un altro dato interessante emerso dallo studio riguarda il lento spostamento del moto polare della Terra.

Gli scienziati hanno calcolato che, negli ultimi anni, il nostro pianeta ha subìto una variazione dell'asse di rotazione di circa 45 centimetri, un fenomeno influenzato proprio dalla ridistribuzione dell'acqua sulla superficie terrestre. Secondo i ricercatori, la diminuzione dell'umidità del suolo e lo scioglimento dei ghiacciai, con il conseguente aumento del livello del mare (stimato in 4,4 millimetri), hanno contribuito a questo spostamento. Lo studio di Ryu e Seo fornisce un quadro chiaro e allarmante sulla situazione della riserva idrica terrestre. La riduzione dell'umidità del suolo è un problema che non riguarda solo l'ambiente, ma anche la sicurezza alimentare, la stabilità climatica e persino la geofisica della Terra.

L'Osservatore Romano - 07/04/2025

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