La metro si fa arte: a «Vittorio Emanuele», Ester Stocker

Roma continua a cambiare volto. Cantieri e innovazioni caratterizzano l'estate romana nei mesi che anticipano il Giubileo. Sarà, quest'ultimo, un evento che porterà milioni di persone nella capitale che "come i Roman per l'esercito molto", per citare Dante Alighieri in richiamo al primo storico anno giubilare, il 1300, si muoveranno per le strade di Roma. Proprio il movimento dei tantissimi pellegrini è tra gli aspetti che la Capitale vuole curare ed è per questo che tra i diversi cantieri vi sono in lista anche alcuni che riguardano le fermate della metropolitana. L'Atac ha predisposto un elenco di attività che vanno dal restyling alla manutenzione straordinaria degli impianti di traslazione, procedimenti che richiederanno la chiusura delle fermate. La prima di queste è stata la stazione della metro A Vittorio Emanuele. In particolare, la chiusura avrebbe dovuto riguardare esclusivamente la manutenzione delle quattro scale mobili a differenza di Spagna, Ottaviano e Cipro che, come annunciato sui siti ufficiali di Roma Capitale e dell'Atac, subiranno un vero e proprio restyling nei prossimi mesi. Una sorpresa ha, invece, accolto coloro che dallo scorso primo luglio, giorno della riapertura della fermata di piazza Vittorio, hanno preso la metro. Un'opera in cui perdersi e disperdersi. Un design nuovo e inatteso tanto per lo stile adottato quanto perché non era un lavoro previsto. In generale, Atac ha già da diverso tempo un piano di restyling delle stazioni della metro A: una serie di lavori che si consumerà in parte prima e in parte dopo il Giubileo. La precedenza la hanno le già citate Spagna, Ottaviano e Cipro in quanto saranno quelle più frequentate in occasione dell'anno giubilare. I lavori nelle altre stazioni inizieranno dopo il 2025 e tra queste vi è anche quella di Vittorio Emanuele. Tuttavia, per quest'ultima era stata comunque programmata una chiusura per la manutenzione. Dunque il reparto marketing e comunicazione dell'Atac ha pensato di utilizzare il tempo di chiusura della fermata, dall'8 aprile al 30 giugno, per darle un nuovo aspetto. In linea con i tentativi di trasformare le fermate metro in luoghi culturali, è stata richiesta la collaborazione del Maxxi - Museo nazionale delle arti del xxi secolo. «Prospettiva comune», opera di Esther Stocker, è il frutto di questa collaborazione. Oltre 8000 metri di nastro adesivo nero, su sfondo bianco, che ricoprono pareti, soffitto, pilastri e dispositivi di accesso. Il design ricopre l'intero atrio della fermata trasformandola in un'opera d'arte site specific e creando quella sensazione di «ambiguità e incertezza» descritta dall'artista e che da tempo caratterizza la sua produzione. Un'opera che rientra nell'ambito della grande mostra «Ambienti 1956 - 2010. Environments by women artists II» a cura di Andrea Lissoni, Marina Pugliese, Francesco Stocchi e in programma al Maxxi fino al 20 ottobre 2024. Una mostra che è divenuta la più visitata di sempre con oltre 50 mila visitatori nei primi due mesi di apertura, come sottolineato da Alessandro Giuli, il presidente della Fondazione Maxxi. «Siamo molto felici di questa collaborazione con Atac, che ci permette di portare l'arte del xxi secolo nel cuore della città, a contatto con migliaia di romani e di turisti», ha aggiunto. Una realtà che, come già accennato, rientra in un processo che ha a che fare con un arricchimento culturale di luoghi come le stazioni: «Questa collaborazione prosegue il cammino che abbiamo intrapreso per fare dei luoghi del trasporto pubblico dei collettori di stimoli positivi, usando il linguaggio dell'alta cultura. Portare l'arte nel mondo del trasporto pubblico è un modo intelligente, infatti, per arricchire, ampliandola, l'esperienza del viaggio», ha detto il direttore generale di Atac, Alberto Zorzan. Non è chiaro per quanto tempo l'opera caratterizzerà l'atrio della fermata metro. Molto dipenderà anche dall'effettivo restyling che la riguarderà dopo l'anno giubilare.
L'Osservatore Romano - 13/07/2024