E se la metà dei bambini nel mondo non avesse cibo e acqua?

Risulta quasi impensabile una situazione in cui in una fase qualunque della nostra infanzia non si possa godere di cibo e di acqua sicura. Sarà che il problema non tocca le nostre vite in prima persona o che i media cosiddetti tradizionali spesso lasciano poco spazio a dati come questi. Fatto sta che una realtà come Unicef, che da anni cerca la salvaguardia della dignità umana oltre ogni confine, ultimamente ha diffuso dei numeri altamente preoccupanti. 

Il mondo è in crisi e questo si era capito. Ma non sta affrontando "una solo crisi", bensì "diverse crisi". Tutte coordinate in un contesto di enormi difficoltà. Potremmo parlare del fattore ambientale o di quello legato ai conflitti nel mondo. Ogni strada porta a una situazione in cui bisogna avere speranza, specie nell'anno del Giubileo, e in cui non bisogna mai abbassare la guardia. 

Oggi è uscito un mio articolo su L'Osservatore Romano in cui si analizza proprio questo dando voce al portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini. 

Andrea ha, come sempre, spiegato perfettamente una situazione assai complessa. La cosa che più mi ha sorpreso di questa chiacchierata è il fatto di rendermi conto di come una persona preparata e che cerca di sensibilizzare nel miglior modo possibile voglia "lottare", passatemi il termine, sempre più per avere voce e informare su elementi che a tratti sembrano avere poco peso nel contesto mediatico italiano. 

Luci e tante ombre. Questo il riassunto del 2024. Ma gli puntati al 2025 forniscono una prospettiva ancor più negativa. I dati analizzati e commentati nel rapporto sono molteplici. 

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